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Mediaset: La fusione non può essere realizzata. Pronti a discutere con Vivendi per un accordo

Redazione Universoinformatico24.it Da Redazione Universoinformatico24.it
5 Agosto 2020
in Televisione
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MEDIASET PRENDE ATTO CHE A SEGUITO DELLA SENTENZA IN SPAGNA IL PROGETTO DI FUSIONE COME DELIBERATO IL 7 GIUGNO 2019 NON POTRA’ ESSERE REALIZZATO 

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– GIUDICA INSUFFICIENTE NEI CONTENUTI LA LETTERA RICEVUTA DA VIVENDI

Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset, riunito in data odierna sotto la presidenza di Fedele Confalonieri, ha esaminato la sentenza del Tribunale di Madrid del 30 luglio 2020 relativa alla fusione transfrontaliera comunicata al mercato il 7 giugno 2019. In particolare, la sentenza ha rigettato il ricorso di Mediaset España contenente la richiesta di rimuovere la sospensione del progetto di fusione.

Mediaset prende atto della decisione del Tribunale Spagnolo, non ne condivide le conclusioni alle quale comunque si adegua, e riafferma che, anche sulla base dell’opinione dei propri consulenti legali di ciascuna delle giurisdizioni interessate dal progetto di fusione transnazionale, il progetto è conforme alle norme di legge applicabili, rispettoso dei diritti degli azionisti – cosi come affermato dai Tribunali Italiani ed Olandesi – e indirizzato esclusivamente al perseguimento degli interessi di Mediaset e di tutti gli azionisti che ne condividono lo sviluppo. La decisione assunta dal Tribunale di Madrid è conseguenza soltanto dell’opposizione strumentale e preordinata di Vivendi che agisce nel proprio esclusivo interesse, anche quale concorrente del Gruppo Mediaset.

Poiché tuttavia la decisione spagnola impedisce di completare l’operazione entro il termine previsto ai sensi della legge olandese (2 ottobre 2020), il Consiglio di Amministrazione prende atto che il progetto di fusione, come deliberato il 7 giugno 2019, è quindi irrealizzabile a causa delle scadenze tecniche.

Il Consiglio, confermando la validità del piano industrale MFE MEDIAFOREUROPE, ha avviato immediatamente lo studio per un’esecuzione diversa del progetto originario che raggiunga i medesimi obiettivi.

È evidente comunque che questa interruzione costituisce un grave danno frutto di un’ostilità pregiudiziale di Vivendi che ha iniziato a concretizzarsi subito dopo la rottura contrattuale esercitata dal gruppo francese nel 2016 (cessione Premium) con il successivo tentativo di scalata ai danni di Mediaset. Una serie di violazioni culminate oggi con le iniziative giudiziarie che hanno causato il blocco del progetto di fusione, violazioni onerosissime di cui Vivendi dovrà rispondere in Tribunale.

Quanto al futuro di MFE MEDIAFOREUROPE, il Consiglio di Amministrazione ha esaminato la recente lettera inviata da Vivendi in cui la società annuncia, riconoscendo la valenza industriale del progetto MFE, la volontà di sostenere i progetti di sviluppo internazionali di Mediaset ma lo comunica fuori tempo massimo (il progetto è pubblico dal giugno 2019) e senza le necessarie proposte concrete.

Premesso tuttavia che Mediaset

– è sempre aperta a opzioni che aumentino il valore per tutti gli azionisti

– auspica soluzioni di sviluppo cruciali per il futuro del Gruppo

– non può soprassedere sui danni irreparabili che le sono stati inferti

il Consiglio di Amministrazione rileva che al momento la lettera non soddisfa nessuno dei tre punti menzionati.

Se Vivendi è davvero intenzionata a trattare su basi concrete e orientate agli interessi di tutti gli azionisti, compresi quelli di maggioranza, Mediaset è pronta ad aprire un tavolo di confronto in cui verificare il nuovo, positivo, approccio.

***

Per effetto della mancata realizzazione della fusione, le azioni in relazione alle quali è stato esercitato il diritto di recesso ritorneranno nella disponibilità degli azionisti recedenti; inoltre, il codice ISIN speciale delle azioni in relazione alle quali è stata richiesta l’assegnazione di Azioni a Voto Speciale A alla Data di Assegnazione Iniziale sarà sostituito con il codice ISIN regolare ovvero, nel caso di azionisti iscritti nell’Elenco Speciale ai sensi dell’articolo 127-quinquies, comma 2, del TUF, con il codice ISIN temporaneo assegnato alle azioni con riferimento alle quali è stata richiesta l’iscrizione nel predetto elenco per l’ottenimento del voto maggiorato ai sensi dell’articolo 7 dello statuto sociale.  Nessuna attività è richiesta agli azionisti; gli intermediari riceveranno apposite istruzioni in proposito e procederanno alle necessarie registrazioni.

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