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Quanto è cambiato il modo di accedere ai videogiochi negli ultimi anni? Fino a pochissimi anni fa la maggior parte dei gamer si tuffava sulle console e sui pc. I sistemi specifici rimangono la base per iniziare a giocare, ma sono soprattutto i titoli specifici ad aver assunto un’altra forma. O ad averla persa, dal momento che i contenuti digitali possono essere tranquillamente scaricati dalla rete senza la necessità di inserire cassette, dischi o schede all’interno di un apparecchio. L’ultima frontiera del settore videoludico è rappresentata dal cloud gaming, che fonde lo streaming al videogioco, consentendo un approccio quasi rivoluzionario all’intrattenimento.
In soldoni, le piattaforme di cloud gaming eseguono i giochi su server remoti trasmettendoli direttamente sullo schermo del consumatore, che controlla il tutto a distanza. Insomma, è come avere a che fare con un video di YouTube interattivo. Il client si occupa di gestire gli input dei giocatori, che vengono trasmessi allo stesso server ed elaborati in tempo reale nel gioco in svolgimento. Ciò che è richiesto è fondamentale una buona connessione alla rete, perché anche se il proprio computer non possiede di fatto i requisiti tecnici per avviare un gioco all’ultimo grido, il problema viene aggirato in men che non si dica. Il gioco non viene processato sul proprio dispositivo, ma altrove. Va da sé che i vantaggi sono numerosissimi per chi non è un esperto di informatica od evita di cambiare console ad ogni generazione.
Il cloud gaming è nato relativamente da poco, ma la concorrenza tra le piattaforme è già spietata e coinvolge colossi dell’industria dell’intrattenimento come Google o Amazon. Ogni servizio ha le sue caratteristiche e, soprattutto, il proprio parco titoli. Un po’ come accade con le diverse tipologie di slot machine, che sfruttano anch’esse le interazioni della rete, ogni piattaforma di gioco online possiede infatti un suo palinsesto e per divertirsi a più giochi potrebbe essere necessario sottoscrivere più abbonamenti. Google Stadia fu la prima compagnia ad esplorare il territorio del cloud, con tanto di controller personale messo a disposizione degli utenti e di giochi scaricabili gratuitamente di mese in mese. Quando si tratta di pagare, però, i prezzi potrebbero rivelarsi un pochino alti rispetto a quanto ci si aspetterebbe.
Anche la Microsoft e la SONY si sono tuffate nel cloud, approfittando dei titoli esclusivi per le loro care Xbox e PlayStation, che inevitabilmente avrebbero fatto gola a milioni di giocatori. A poco a poco, i vari sistemi operativi si stanno attrezzando per supportare il cloud gaming, che potrà essere implementato persino sulle Smart TV. Un altro grande nome che si è inserito nell’ambiente è quello di Nvidia GeForce, che vanta server particolarmente potenti. Anche se una piattaforma potrebbe sembrare simile all’altra, quindi, le differenze in realtà sono sostanziali, talvolta anche strutturali e non solo contenutistiche. Ad ogni buon conto, anche ottenere una risoluzione in altissima definizione diventa più agevole attraverso un servizio di cloud.
Una delle piattaforme più recenti che hanno sposato questa filosofia è Amazon Luna. A scatenare l’interessa dei media, però, è stato soprattutto l’approdo di Netflix nel cloud gaming verso la fine del 2021. Evidentemente i titoli a disposizione non potevano competere con quelli di giganti del videogioco come Microsoft e SONY, ma se ci si trova davanti dei videogame ispirati alle serie televisive on demand, allora l’operazione risulta più che simpatica, oltre che puramente commerciale.