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Dal momento in cui Sir Tim Berners Lee ha creato le sue basi nel 1989, il Web ha sempre fatto enormi passi in avanti per poter incontrare le esigenze del pubblico planetario ma, inevitabilmente, diventando una realtà sotto il controllo di pochi attori del settore che possiedono l’accesso dei nodi chiave della rete ed hanno il potere di influenzare il flusso delle informazioni e i relativi metadati.
Tuttavia, uno dei concetti base del World Wide Web è la libertà dell’informazione, nei suoi contenuti e nella loro circolazione; la domanda, dunque, che sorge spontanea è: come si svilupperà il WEB nel prossimo futuro per garantire la così tanto anelata sua decentralizzazione e per garantire la proprietà dei dati? Per tentare di capirlo è utile partire dall’inizio e analizzare i vari step di sviluppo che il WWW ha visto nel tempo come segnalato in questo interessante articolo di Tech4Future.
L’evoluzione del Web
Anche se il dibattito su una definizione più puntuale delle varie fasi del World Wide Web è ancora in corso, si suole far partire questo universo dalla versione 1.0, arrivando alla tanto decantata, ma ancora non del tutto attiva, 3.0 con uno sguardo al passo successivo, il 4.0.
L’obiettivo è sempre la maggiore fruibilità dei contenuti, la loro veicolazione attraverso nodi sempre meno controllabili da attori terzi e la velocità e complessità di interazione con i medesimi.
Web 1.0 – Statico
In questa versione, la funzionalità è limitata alla fruizione di contenuti di testo e multimediali di vario livello, come se si stesse consultando una biblioteca.
I siti internet erano caratterizzati dalla staticità e dall’utilizzo dell’HTML (HyperText Markup Language) per il suo sviluppo; la manipolazione delle pagine era quasi esclusivo appannaggio della figura professionale dei Webmaster.
L’interazione non era prevista in quanto la natura delle pagine era consultativa.
Web 2.0 – Interattivo
Gli sviluppatori cominciano a creare pagine web dinamiche, grazie all’utilizzo di linguaggi di programmazione più evoluti.
Questo permetterà l’interazione con i contenuti anche agli utilizzatori senza conoscenze tecniche.
Fu Tim O’Reilly che introdusse il termine “Web 2.0” nel 2004, durante la prima conferenza su tale argomento.
La caratteristica principale di questa versione del World Wide Web è l’interattività tra contenuti e utenti, ampliando l’usabilità e la manipolazione dei contenuti, favorendo la loro clusterizzazione e distribuzione.
Web 3.0 – Semantico
È già da molto che si parla della nuova evoluzione del Web: la versione 3.0, il web semantico, che avrà la possibilità di connettere in modo automatico i vari contenuti basandosi su algoritmi che prendono in considerazione il “significato”, portando ad un altro livello la reazione e la condivisione dei contenuti.
Il Semantic Web influenzerà anche i motori di ricerca, che non solo renderanno i risultati della ricerca (SERP – Search Engine Results Page) ottimizzati sul significato del testo e sulla sua analisi, ma li renderanno (e già in parte lo fanno) capaci di rispondere a domande dirette poste in Natural Language (lingua parlata) al posto delle keyword (parole chiave).
La tecnologia Blockchain, l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale e la creazione di nodi decentralizzati ottimizzano l’apertura verso l’utente e la sua soddisfazione nell’utilizzo delle risorse internet.
Come spiegato da Tech4Future, legato al Web 3.0 è è il Metaverso, in quanto sviluppano una sinergia che implementa il concetto base della decentralizzazione, fornendo all’utente un’esperienza allineata alle aspettative attuali e future.
web 4.0 – Ubiquitous
Rappresenta lo step successivo, caratterizzato dall’integrazione delle versioni 2.0 e 3.0, al fine di creare il Web Ubiquitous.
In questo stadio dell’evouzione, il Web, tramite le sue applicazioni, connetterà automaticamente le persone, oltre che i contenuti, basandosi sulle varie attività in essere in un preciso momento al fine di agevolare la collaborazione e il raggiungimento, grazie all’unione di esperienze e competenze, degli obiettivi condivisi.
Questa versione vanterà un’elevata integrazione con la realtà fisica e privilegierà, potenziandola e ampliandola, la capacità di relazione con l’utente.
Quale futuro per il Web
Concentrandosi sulla fase 3.0, che deve ancora essere completamente implementato, è possibile affermare, basandoci proprio sulle caratteristiche intrinseche di tale evoluzione, che la promessa che porta con sé questa versione è l’equità del sistema e il controllo di accesso, flusso e manipolazione delle informazioni, verificando le sedi e gli attori responsabili dell’immagazzinamento dei dati raccolti dai sistemi informatici durante la navigazione e che rappresentano una miniera d’oro per chi ne ha il controllo.
È corretto quindi affermare che l’implementazione di una più estesa collaborazione tra individui che hanno un fine in comune, automatizzando il processo di collegamento e condivisione di contenuti con logica simile è solo una frazione dello sforzo che viene profuso per fare evolvere il Web: la vera sfida che i mantenitori del sistema devono affrontare è fare i modo che i dati rimangano il più possibile di proprietà dell’utente, implementando sistemi di decentralizzazione degli stessi.