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L’avvento della pandemia da Covid19 del 2020 ha modificato radicalmente le abitudini degli italiani che ancora con maggiore frequenza hanno rivolto l’attenzione verso il mercato digitale per acquistare i prodotti di cui necessitano, in un primo momento per via delle restrizioni che hanno chiuso gli esercizi commerciali e successivamente per evitare di doversi recare presso i negozi fisici e rischiare di essere contagiati. In questo contesto non fa eccezione il settore del food, con i ristoranti che hanno dovuto rivoluzionare la propria offerta per sopravvivere, inserendo la possibilità di ritirare il cibo d’asporto o portarlo direttamente a casa attraverso il servizio di food delivery.
Una tendenza che, come intuibile, è cresciuta esponenzialmente, diffondendosi anche quando le situazione pandemica risultava essere sotto controllo e le restrizioni erano state sostanzialmente eliminate del tutto.
I numeri del food delivery in Italia
Sebbene l’emergenza sanitaria sia ormai un lontano ricordo, in Italia il food delivery ha continuato a crescere anche nel 2022. Secondo il report pubblicato dall’Osservatorio eCommerce B2C del Politecnico di Milano, infatti, il mercato del food delivery rappresenta oggi il 44% del settore alimentare con un valore complessivo di oltre 1,8 miliardi di euro nell’anno appena concluso. Numeri che rispetto al 2021 sono cresciuti del +20%, che si sommano al +62% fatto registrare nel 2021 rispetto al 2020.
A beneficiare di questo trend sono le piattaforme aggregatrici che ricoprono una fetta quasi completa del cibo d’asporto totale, vale a dire il 97%, con il restante 3% dovuto al servizio diretto offerto dai ristoranti.
In particolare, il cibo più richiesto per il delivery è la pizza, seguita da hamburger, sushi e cucina cinese, con il poke in crescita, in linea con la tendenza del momento. Inoltre, sono aumentate le consegne a domicilio anche fuori dai classici orari dei pasti (pranzo e cena), con la richiesta di piccoli snack, prodotti da forno e pasticceria durante tutto l’arco della giornata.
In questo contesto, i ristoratori hanno cambiato anche il modo di comunicare, creando online siti web di nuova realizzazione o rinnovando quelli già esistenti, dando grande importanza anche all’impatto visivo delle foto sui principali social network, inserendosi perfettamente in quel cambiamento che sta coinvolgendo ogni settore e che viene riassunto nel termine digitalizzazione, ormai non più rimandabile.
Anche il 2023 è destinato a seguire il trend del 2022, come sottolineato da Statista, che per l’anno in corso prevede a livello globale un aumento di 45 miliardi di dollari per il settore, arrivando a oltre 382 miliardi di dollari.
Il food delivery per i bambini
Sulle piattaforme digitali che si occupano di offrire il delivery, le pietanze proposte sono molto variegate e riescono a incontrare i gusti di tutti, a prescindere dalle preferenze, allergie, intolleranze e stili di vita vegani o vegetariani. Un menù senza confini in grado di accontentare ogni membro della famiglia, potendo in questo modo mangiare tutti insieme anche alimenti differenti. Al riguardo, però, è bene sottolineare come sia ancora carente l’offerta di cibi specifici per l’alimentazione dei bambini che, proprio per la loro età e la necessità di crescita e sviluppo, hanno bisogno di pasti completi che rispondano al fabbisogno nutrizionale.
A venire incontro alle famiglie ci hanno pensato alcuni asili nido e scuole per l’infanzia che, di recente, hanno dato l’opportunità di poter aderire al servizio di food delivery per bambini. Nello specifico, queste strutture, dopo essersi interfacciate con i genitori del figlio iscritto per far emergere eventuali allergie o intolleranze, preparano un pasto completo per i più piccoli, seguendo le indicazioni di un nutrizionista specializzato nell’alimentazione infantile. A fine giornata, al momento dell’uscita da scuola, alle mamme e ai papà verrà consegnato il pasto, contenente anche un foglio illustrativo sull’origine degli ingredienti e i valori nutrizionali. Un servizio che può essere ampliato anche a tutto il resto della famiglia che, in questo modo, lascerà ai genitori maggior tempo libero da dedicare al gioco e alla svago insieme al proprio figlio, non dovendo essere occupato nella preparazione del pranzo o della cena, evitando anche l’utilizzo di alimenti precotti e poco salutari, con la garanzia di offrire al bambino un pasto assolutamente in linea con i suoi bisogni.