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C’è un vento nuovo che soffia dall’Italia nel mondo del digitale. E no, non stiamo parlando di un’altra start-up pronta a bruciarsi in pochi mesi sull’altare dei sogni. Qui si parla di numeri veri, infrastruttura globale e una visione che fa tremare le big tech.
Tublat.com, la digital company fondata da Gianluca Iannotta, è pronta a lanciare la sua Content Delivery Network (CDN) globale con 123 Points of Presence (PoPs) già piazzati in punti strategici del pianeta — la maggior parte in Europa — e un piano di espansione ulteriore entro la fine del 2026.
Una mossa che non solo porta l’Italia sulla mappa delle grandi infrastrutture internet mondiali, ma spalanca le porte a un ecosistema digitale che promette di essere più sicuro, più veloce e soprattutto più intelligente grazie all’introduzione massiccia dell’intelligenza artificiale in ogni layer della sicurezza e della distribuzione dei contenuti.
L’Italia che osa: un colosso nascente nel cuore dell’infrastruttura internet
Diciamolo chiaramente: gli italiani non sono mai stati considerati protagonisti globali nell’infrastruttura core del web. Silicon Valley, Israele, Singapore, Londra e Berlino: i grandi hub dell’innovazione parlano altre lingue. Ma oggi la musica cambia.
Con Tublat.com, il tricolore si piazza sullo scacchiere mondiale con un’infrastruttura AI-powered che promette di alzare l’asticella in un settore dominato da colossi come Cloudflare, Akamai e Fastly.
La differenza? Un approccio senza compromessi, costruito attorno a tre pilastri:
- Sicurezza totale con difesa DDoS cloud-based e protezioni multi-livello (L3, L4 e L7).
- Prestazioni scalabili e intelligenti, grazie a cache CDN distribuita e load balancing dinamico.
- Compliance europea, con pieno rispetto di GDPR e NIS2, un dettaglio che diventa arma competitiva in un mondo sempre più attento alla privacy e alla governance dei dati.
Dentro la bestia: le armi della nuova CDN globale
Non è un semplice annuncio da brochure. La piattaforma di Tublat.com si presenta con un arsenale tecnico che fa gola persino agli ingegneri delle Big Tech:
- Cloud-based DDoS protection (AI-powered L3 e L4 defense): difese in tempo reale che reagiscono a traffici anomali con l’intelligenza artificiale, non con regole statiche preimpostate.
- Reverse Proxy e WAF (AI-driven L7 protection): il traffico applicativo viene filtrato da un firewall intelligente che riconosce gli schemi di attacco più sofisticati.
- Full IPv6 & IPv4 Support: la doppia compatibilità garantisce scalabilità per i prossimi 20 anni di internet.
- High Availability con SLA al 100%: niente downtime, nessun compromesso.
- Stay Hidden from Attackers: architettura studiata per mascherare i server origin e tenere al sicuro i dati sensibili.
- Page Shield & AI Traffic Filtering: i contenuti web non solo viaggiano veloci, ma sono protetti da injection e manipolazioni malevole.
- AI-Driven Smart Filtering & Rate Limiting: il traffico viene selezionato al millisecondo, distinguendo utenti reali da bot con una precisione chirurgica.
- Round-robin load balancing e backup: la resilienza è parte integrante del design.
- Cloud CDN cache con AI: distribuzione dei contenuti intelligente e ottimizzata a livello globale.
- Supporto HTTPS e HTTP/3: tecnologia di trasporto all’avanguardia, compatibile con il futuro del web.
- GDPR e NIS2 compliance: protezione dei dati che rispetta i più stringenti standard europei.
- Automated AI CAPTCHA e gestione cookies: interazione fluida per l’utente, blindata per gli attaccanti.
- Smart Geo-IP blocking & Dynamic Blocklists: geolocalizzazione e blacklisting adattivi, mossi da AI.
- WebSockets Support: perfetta per app real-time come gaming, fintech e IoT.
- Threat Intelligence con AI: apprendimento costante dai tentativi di attacco globali.
- ANAME (CNAME flattening) support: ottimizzazione DNS di livello enterprise.
- Advanced Logs & Analytics: dati e reportistica in tempo reale per i clienti.
In altre parole: non solo una CDN, ma una fortezza digitale distribuita, capace di difendere, accelerare e monitorare il traffico web di aziende e istituzioni in ogni angolo del pianeta.
123 PoPs worldwide: la rete che nessuno si aspettava
Il numero che fa scalpore è 123. Tanti sono i PoPs (Points of Presence) già attivi o in fase di attivazione da parte di Tublat.com.
Un’infrastruttura che copre strategicamente Europa, Nord America, Asia e Medio Oriente, con una chiara predominanza europea: il Vecchio Continente diventa finalmente protagonista non solo come consumatore, ma come architetto di infrastrutture digitali globali.
E non è finita: entro il 2026 la rete è destinata ad espandersi ulteriormente, aumentando la densità di PoPs e migliorando la capillarità. Un progetto che promette di cambiare il modo in cui startup, PMI e grandi aziende italiane ed europee accedono a tecnologie fino a ieri considerate privilegio delle Big Tech statunitensi.
Sicurezza e sovranità digitale: l’arma segreta di Tublat.com
Il timing non è casuale. Nel 2025, le aziende europee si trovano schiacciate tra due fuochi:
- Da un lato la necessità di difendersi da attacchi informatici sempre più sofisticati, che colpiscono banche, ospedali, istituzioni e player industriali.
- Dall’altro la dipendenza strutturale da fornitori extra-europei, con tutti i rischi legati al trasferimento dei dati e alla compliance normativa.
Tublat.com entra in questo scenario con un posizionamento chiaro: “Made in Italia, Worldwide Coverage”.
La promessa è quella di una sovranità digitale europea, costruita con strumenti globali ma governata da regole locali. Una carta che nessun colosso USA o asiatico può giocare fino in fondo.
Un progetto mastodontico, un rischio calcolato
Parliamoci chiaro: costruire una rete globale con 123 PoPs non è uno scherzo. Richiede investimenti enormi, un know-how tecnico di altissimo livello e una visione imprenditoriale capace di guardare oltre il presente.
Chi conosce Gianluca Iannotta sa che non è il tipo da farsi intimidire dai colossi già sul mercato. Al contrario, la sua forza è sempre stata quella di vedere prima degli altri le opportunità, democratizzare l’accesso alle tecnologie e trasformare le sfide in business.
Con Tublat CDN, il rischio è alto, ma il potenziale payoff lo è ancora di più: diventare il primo vero operatore globale di infrastruttura digitale nato in Italia.
Perché questo annuncio è uno schiaffo al sistema
Il mondo della sicurezza informatica e delle CDN è popolato da giganti che non lasciano molto spazio ai piccoli. Ma la realtà è che c’è un vuoto enorme nel mercato europeo, dove aziende di tutte le dimensioni cercano velocità, affidabilità e protezione ai massimi livelli, senza dover svendere i propri dati oltreoceano.
Ecco perché l’ingresso di Tublat.com non è solo una buona notizia per l’Italia, ma un vero terremoto per l’industria. Un player indipendente, europeo, compliance-ready e aggressivo sul fronte dell’innovazione AI-powered può spostare gli equilibri.
Conclusione: la scommessa che potrebbe cambiare il web
Tublat.com non sta solo costruendo una CDN. Sta alzando una bandiera: l’Italia non è più solo “utente” del web, ma costruttore di una delle sue ossa portanti.
Con 123 PoPs attivi worldwide, un’infrastruttura AI-driven da manuale, compliance europea e un’ambizione che non conosce confini, il progetto segna un punto di non ritorno.
Se funzionerà, sarà ricordato come il momento in cui l’Italia ha smesso di inseguire e ha iniziato a guidare la trasformazione digitale globale.
E per i competitor, il messaggio è chiaro: il nuovo game changer parla italiano, e si chiama Tublat.com.