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Scanner planetario: come funziona e come può aiutare la digitalizzazione di biblioteche, archivi, università e scuole

Redazione Universoinformatico24.it Da Redazione Universoinformatico24.it
29 Marzo 2021
in Vita Digitale
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Scanner planetario: come funziona e come può aiutare la digitalizzazione di biblioteche, archivi, università e scuole
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Questo articolo è stato letto4249volte!

Siamo ancora sommersi di faldoni e volumi di ogni tipo, molti dei quali non saranno mai consultati, mentre altri sono troppo fragili per essere esposti al pubblico. In molti casi si tratta di registri storici, mappali catastali ottocenteschi (se non addirittura precedenti) e volumi che vengono conservati gelosamente nelle biblioteche, accessibili soltanto a un gruppo selezionato di ricercatori.

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Progressivamente, però, si sta cercando di rendere sempre più facile la consultazione di questo tipo di volumi, in particolare quella on-line, digitalizzando anche archivi che sono immobili da secoli, ma che al loro interno contengono documenti di inestimabile valore.

Fino ad ora i ricercatori avevano dovuto accontentarsi spesso di vecchie copie, trascrizioni e fotografie, nei casi più fortunati, ma più di frequente sono stati costretti a spostarsi per raggiungere di persona l’archivio.

L’impiego degli scanner planetari

Le vecchie soluzioni basate sulle copie fotografiche ci sono sempre rivelate molto scomode sia per la natura dei faldoni, sia per i setup necessari e le difficoltà per ottenere pagine nitide, senza riflessi e deformazioni.

La tecnologia degli scanner negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, iniziando a introdurre anche versioni planetarie e 3D per documenti di forma complessa particolarmente fragili. Gli scanner planetari, in particolare, si prestano molto bene per la conversione in digitale direttamente a partire dal volume, perché sono dotati di software per la compensazione dell’immagine.

In pratica il sensore stima anche la deformazione della pagina aperta rispetto ad un foglio piano, cosa impossibile con una macchina fotografica e il software provvede a compensare le immagini.

Il file che si ottiene, quindi, è del tutto identico al foglio stampato e non richiede grandi correzioni manuali per poter essere consultato e in molti casi persino stampato direttamente, anche nel caso di faldoni molto alti.

In questo modo si rendono accessibili anche volumi, registri e tomi molto usurati e antichi, virtualizzando completamente una biblioteca o un archivio e rendendolo accessibile a chiunque senza bisogno di spostarsi per raggiungerlo fisicamente.

Con il sistema per l’acquisizione ottica di libri tramite lo scanner planetario Zeutschel si ottengono immagini nitide e perfettamente definite, esportabili nei principali formati come PDF, PNG, TIFF, JPEG e altri, con un overhead minimo da parte dell’operatore del curatore oppure del bibliotecario che semplicemente deve collocare il volume sul ripiano e girare le pagine.

Preservare la cultura e snellire la lettura

Spostare progressivamente tutti gli archivi storici dal formato cartaceo, destinato a corrompersi, e trasferirli nel dominio digitale è il sistema migliore per preservare la cultura, renderla accessibile a tutti a costi ragionevoli e permettere ai ricercatori e ai professionisti di raggiungere informazioni fondamentali per completare il loro lavoro.

L’acquisizione ottica dei libri è molto utile anche per il settore legale, giudiziario e architettonico, soprattutto per quanto riguarda le pratiche ereditarie e le ricostruzioni delle branche familiari, molto spesso ancora legate a ricerche su registri parrocchiali, soprattutto quando ad essere coinvolti sono immobili storici o in zone remote, con mappe mai aggiornate.

I file possono essere caricati negli archi informatici degli enti ed è possibile creare un servizio di scansione planetaria specializzato, specie in contesti in cui il settore accademico è predominate e richiede molto spesso questo tipo di operazioni.

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