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Che cos’è un gruppo di continuità per PC? Quante tipologie esistono e come scegliere tra tanti prodotti?
Un gruppo di continuità (per la precisione, un gruppo statico di continuità) viene abbreviato con l’acronimo UPS (Uninterruptible Power Supply). Si tratta di un dispositivo che garantisce un’alimentazione costante agli apparecchi elettronici utilizzando una corrente elettrica alternata.
Serve ad eliminare gli sbalzi di tensione potenzialmente dannosi, protegge da fulmini e black-out.
E’ un dispositivo pensato per i casi di emergenza ed è in grado di proteggere non solo computer ma anche console di gioco, modem o smart TV. Insomma, stiamo parlando di uno strumento di vitale importanza per impedire danni talvolta irreparabili in caso di interruzione di corrente, perdite di dati o interruzioni nel corso di operazioni sul web. Esistono modelli per uso domestico, industriale e per ufficio.
Gruppo di continuità UPS: tipologie
Le tipologie dei gruppi di continuità UPS sono tre:
– online: si attivano immediatamente, in termini di protezione sono i più completi. Si tratta di dispositivi di grandi dimensioni, ad alto consumo, ideali per l’uso industriale (centrali, ospedali, ecc.);
– line interactive con tempi di attivazione di circa 5 ms;
– offline con tempi di attivazione di circa 10 ms.
I gruppi di continuità line interactive e offline sono indicati per un utilizzo in casa e in ufficio.
Ogni modello di UPS prevede varie componenti di base ed altre componenti da aggiungere a seconda della complessità, caratteristiche e funzioni del dispositivo.
Un gruppo di continuità per PC o altri dispositivi deve essere ad alta efficienza.
Chi vende questo tipo di apparecchiatura, dimostra il massimo della serietà e della professionalità fornendo anche pratici servizi di noleggio, assistenza e manutenzione.
Gruppo di continuità: come funziona
I gruppi di continuità non fanno altro che immagazzinare energia nelle batterie finché restano connessi alla rete elettrica. Quando la corrente viene a mancare, nel giro di pochi millisecondi entrano in funzione le batterie. In questo modo, consentono ai dispositivi connessi di continuare a funzionare per un po’ di tempo (di solito, fino a 10 minuti). Il tempo necessario all’utente per avere modo di spegnere il suo dispositivo correttamente senza rischiare danni.
Indipendentemente dai modelli per ufficio, uso domestico o industriale, il funzionamento di base è simile.
Le componenti di base sono:
– Convertitore AC in grado di trasformare la tensione alternata di un circuito elettrico in tensione continua;
– Batteria o batterie (a seconda del modello), essenziali per immagazzinare l’energia fornita dalla corrente elettrica;
– Filtri EMI in grado di annullare sbalzi e picchi di tensione.
Potenza e autonomia
La potenza dipende dalle necessità dell’utente che, prima di acquistare, deve chiedersi: “Quanti dispositivi voglio connettere? Qual è la potenza combinata complessiva?”.
Bisogna verificare i tipi di ingressi (Schuko, IEC 320 C13, USB) ed il tipo di alimentatore in dotazione (PFC attivo che ottimizza i consumi o PFC passivo).
Attenzione anche all’unità di misura riportata sui singoli alimentatori ed a convertire correttamente valori di Watt e Voltampere, se necessario.
L’unità di misura più affidabile (in quanto è più difficile falsarne il valore) è il Watt: indica la potenza attiva, quella realmente usata.
Rispetto ai modelli offline standby, i gruppi di continuità online (a doppia conversione) consumano più energia perché i filtri EMI sono costantemente attivi e richiedono una potenza maggiore (superiore ai 2 kVA).
In genere, l’autonomia standard è di 10 minuti ma chi necessita di proteggere diversi dispositivi può aumentarla se acquista un modello dotato di una porta per il collegamento di batterie aggiuntive.